Sicuramente avrete sentito parlare tante volte dei grassi idrogenati, ma anche se vengono nominati piuttosto spesso, in realtà per qualcuno continuano a rimanere degli sconosciuti, ignorando cosa essi effettivamente sono e dove si trovano. Senza trascurare il dato più importante: che ruolo hanno sulla nostra salute? Per colmare ogni lacuna ed essere sempre bene informati, ecco che cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo argomento, concentrandoci proprio su questi tre punti chiave.
Cosa sono – I grassi idrogenati sono quei grassi che vengono usati normalmente dall’industria alimentare, così chiamati perché sottoposti al cosiddetto processo chimico dell’idrogenazione. Questo procedimento viene di consuetudine utilizzato dalle aziende alimentari industriali, che lo usano prevalentemente per risparmiare nei costi. Nella pratica l’idrogenazione consiste nel rendere gli acidi grassi polisaturi parzialmente saturati. Ad esempio, un semplice olio vegetale, il quale è cosituito proprio da acidi grassi polinsaturi, con l’idrogenazione viene trasformato in un prodotto dalle caratteristiche differenti. Questo processo conviene alle aziende perché oltre ad un notevole risparmio, a cui abbiamo accennato, permette loro di produrre alimenti che si conservano molto più facilmente (pensiamo ai cosiddetti alimenti a lunga conservazione).
Dove si trovano – I grassi idrogenati si nascondono in numerosissimi alimenti che abitualmente consumiamo. Li troviamo nella margarina, che nonostante quello che comunemente si pensa, non è in realtà migliore del burro. Sono poi contenuti in tutta quella miriade di alimenti che troviamo sugli scaffali dei supermercati: biscotti e merendine, dadi per brodo, pasta sfoglia, patate fritte in busta, snack di vario tipo, budini e gelati, grissini e salatini, creme spalmabili.
Grassi idrogenati e salute – E’ stato accertato che i grassi idrogenati rappresentano un vero e proprio pericolo per la nostra salute. Tra i problemi più gravi che possono causare si segnala l’aumento del rischio di patologie cardiovascolari. Essi infatti provocano l’innalzamento nel sangue dei livelli di colesterolo cattivo, cosa che può portare a problemi cardiaci come ictus e infarti.
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