Il diabete è una malattia cronica che colpisce milioni di persone. Come sappiamo, si tratta di un’alterazione metabolica caratterizzata dalla presenza nel sangue di livelli alti di glucosio. Esistono due forme di diabete: il diabete di tipo I, che fa la sua comparsa durante l’infanzia fino ai 35 anni, e che viene accompagnato da regolari iniezioni per aumentare la produzione pancreatica di insulina, e il diabete di tipo II, non insulino-dipendente e che si manifesta in età adulta fino alla vecchiaia.
Per tenere il diabete sotto controllo è necessario che la glicemia rimanga nei valori della normalità, ovvero i 65-100 mg/dl a digiuno. Quando l’indice glicemico è superiore a questi valori si può parlare a buon diritto di diabete alto. Tra le principali cause che determinano l’innalzamento dei livelli di glicemia troviamo un’alimentazione sbagliata ricca di zuccheri ed una vita sedentaria. Dunque, quando il diabete è alto per poterlo riportare nella norma è necessario intervenire proprio su questi due fattori, l’alimentazione e l’attività fisica.
Diabete e alimentazione- La prima causa che determina variazioni glicemiche è senza dubbio l’alimentazione. Per il diabetico tenere sotto controllo la dieta è estremamente importante. Il primo passo da compiere è fare in modo che al nostro organismo venga assicurata la giusta ripartizione dei macronutrienti principali di ogni regime alimentare corretto: 45% di carboidrati, 15% di proteine, 25% di grassi. Il rimanente 15% deve essere scelto in base al grado di sedentarietà del soggetto in questione. Sono sconsigliati tutti i cibi con zucchero aggiuntoi, carboidrati concentrati, verdure ad alto contenuto di zuccheri come le carote, l’alcol e la caffeina. Sono invece cibi ricchi di fibbre, pollame e derivati dalla soia.
Diabete a attività fisica- Quando il diabete è alto, anche una camminata o una corsa sono la soluzione ideale per riportare i valori nella norma. L’esercizio fisico è dunque fondamentale per il diabetico: una qualsiasi pratica sportiva riesce ad abbassare la glicemia sotto i 100 mg/dl, e a volte perfino sotto i 90 mg/dl.
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