Sarà capitato a tutte le donne di ritrovarsi la propria biancheria intima sporcata da delle macchioline biancastre. Si tratta di perdite vaginali, un fenomeno piuttosto diffuso che interessa le donne prima o dopo il ciclo mestruale e quando sono in dolce attesa. Nella maggior parte dei casi le perdite vaginali sono fisiologicamente normali, in quanto sono secrezioni della cervice uterina, e quindi non devono destare preoccupazione. Ci sono però anche dei casi in cui queste perdite sono patologiche, e pertanto non vanno per niente sottovalutate. Vediamo dunque quando è il caso di allarmarsi.
Quando le perdite vaginali non sono fisiologiche assumono un colore differente dal solito biancastro. Inoltre, è facile poterle distinguere da quelle più comuni in quanto sono accompagnate da una serie di sintomi che fanno da campanello d’allarme. Esse si accompagnano infatti a bruciore, prurito, irritazione, cattivo odore.
Inoltre, provocano dolore sia durante o dopo un rapporto sessuale che quando si urina. Queste perdite patologiche sono spesso causate da malattie veneree. In particolare, facendo caso a come si presentano si può capire a quale tipo di patologia associare le perdite. Se si riconoscono come giallognole l’infezione in corso è con molta probabilità la gonoccocica.
Se le perdite sono bianche e molto dense, come grumose, e si uniscono a bruciore e prurito, è possibile si tratti di candidosi. Le perdite possono apparire anche di colore grigiastro, generando cattivo odore e creando dolore durante i rapporti sessuali. In questo caso è in corso la gardnerella vaginalis, ovvero un’infezione batterica. Mentre perdite di colore verde-giallo, con irritazione interna ed esterna e prurito, sono riconducibili al trichomonas vaginalis. Bisogna ricordare che quasi sempre nei casi appena citati il processo patologico in corso è trasmissibile per via sessuale. Spesso per curare queste infezioni basta la somministrazione di antibiotici, a volte uniti a pomate e ovuli.
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