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Diagnosi e terapia degli acufeni

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acufeni

Quando si parla di acufeni, il primo aspetto da sottolineare è che non siamo di fronte ad una malattia o patologia, quanto piuttosto ad un disturbo molto particolare, come si può approfondire anche su http://www.otoperforma.it/. Infatti, la persona che ne soffre, percepisce dei suoni che non sono collegati a degli stimoli provenienti dall’esterno. Secondo diverse recenti ricerche, pare che l’acufene sia un sintomo che insorge con una notevole frequenza, dato che il 20% della popolazione mondiale l’ha provato almeno una volta.

La diagnosi degli acufeni

Spesso e volentieri, però, le persone non hanno la minima idea di come avere la certezza che tale disturbo sia effettivamente in atto. La diagnosi di questo fastidio prevede che i pazienti vengano sottoposti ad un’indagine uditiva piuttosto approfondita e completa. Sarà compito dello specialista audiologo od otorinolaringoiatra analizzare con dovizia di particolari l’esame otoscopico dell’orecchio. Quindi, si passa poi agli esami di base audiometrico e impedenzometrico, senza dimenticare le prove acunofenometriche.

Solo una volta svolti questi esami lo specialista potrà eseguire un’analisi del distretto cranio-cervicale e mandibolare. A questo punto, sarà compito del medico indicare la via da seguire che, di solito, prevede di sottoporre il paziente ad altri esami. Spesso, infatti, il medico suggerisce di effettuare una risonanza magnetica auricolare, un ecocolordoppler dei vasi epiaortici, un’angiorisonanza e, nel caso dovessero essere utili, anche un’angiografia e un ecocolordoppler trans-cranico.

Quali sono i principali trattamenti

Dopo aver stabilito quale sia la causa che ha provocato tale disturbo, ecco che si può cominciare a scegliere il trattamento più adatto al caso concreto. Dal momento che, come ben sappiamo, le cause variano da paziente a paziente, non esistono terapie generalizzate. Quindi, la cosa migliore da fare è quella di consultare vari specialisti, in modo tale da capire quale possa essere la terapia migliore da seguire. Chiaramente, lo scopo di ogni trattamento è quello di fare in modo che il disturbo diventi il più sopportabile possibile. Ovviamente la ricerca continua a fare passi in avanti per individuare delle terapie sempre più efficaci.

Le diverse tipologie di terapie

Il trattamento farmacologico. È previsto l’impiego di farmaci antiossidanti o citoprotettivi che svolgono la propria azione direttamente sulle cellule acustiche. Quando questo disturbo si manifesta all’improvviso, spesso viene prescritto anche l’utilizzo del cortisone.

TRT. TRT è un acronimo che sta per Tinnitus Retraining Therapy. Si tratta di un trattamento che ha preso notevolmente piede negli ultimi anni, anche perché è quello che ha dimostrato di poter garantire i risultati migliori. La TRT è una terapia di desensibilizzazione che è legata all’allenamento dell’apparato uditivo, ma anche del cervello. L’obiettivo è quello di costruire una sorta di abitudine a sentire i vari rumori che vengono causati dagli acufeni. Nel momento in cui l’abitudine si sostituisce alla novità improvvisa di tali rumori, ecco che i suoni verranno percepiti con un’intensità nettamente minore oppure scompariranno del tutto.

La TRT sfrutta il sistema dell’arricchimento sonoro. Quindi, il paziente deve affrontare delle sedute di stimolazione acustica a ridotta intensità, che vengono eseguite tramite dei generatori di suoni (nella maggior parte dei casi si tratta di rumore bianco) che, proprio in sottofondo, vanno a creare dei suoni che si confondono con l’acufene. Tale trattamento ha una durata, nella maggior parte dei casi, compresa tra 6 e 18 mesi.