Oggi abbiamo deciso di parlarvi di una malattia di cui non si dice molto, l’emofilia. Il motivo per cui non è molto conosciuta è perché si tratta di una malattia rara. Essa si trasmette per via ereditaria ed a tramandarla ai suoi figli maschi può essere soltanto la madre (eredità diaginica). In pratica ad essere colpiti saranno soli i maschi, che a loro volta tramanderanno la malattia alle loro figlie femmine, mentre queste ultime saranno delle portatrici sane.
Ciò che caratterizza l’emofilia è una certa difficoltà nel coagulare il sangue. Questo ritardo nella coagulazione predispone chi ne soffre ad una particolare tendenza alle emorragie. E’ possibile distinguere ben tre diverse forme di emofilia: l’emofilia di tipo A, di tipo B e di tipo C. Mentre la prima è la forma più diffusa, le altre due sono forme piuttosto rare. Ma con quali sintomi si manifesta questa patologia?
Ci si può rendere conto di soffrirne per via delle frequenti emorragie da cui si è colpiti. Nella maggior parte dei casi già durante i primi anni di vita si scopre di essere colpiti da questa malattia. Per quanto i sintomi siano evidenti, la diagnosi spetta sempre al medico che, oltre che sul riscontro delle emorragie spontanee si baserà su degli esami specifici. E veniamo infine al modo in cui è possibile curare questa patologia. La terapia da adottare verrà stabilità in relazione all’entità del problema.
Quindi, ad esempio, per le forme più lievi di emofilia si renderà utile un trattamento farmacologico, e si potrà dunque utilizzare un derivato sintetico dell’ormone antidiuretico. Quanto invece alle forme più gravi di emofilia, sono necessarie delle trasfusioni di sangue. E’ bene dire che rispetto al passato negli ultimi anni la medicina ha compiuto notevoli passi in avanti, in grado di far ben sperare per quanti sono colpiti da questa malattia.
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