Partiamo per prima cosa dai sintomi del calazio. La sua identificazione solitamente non è complessa: esso si presenta attraverso un rigonfiamento sul bordo della palpebra o al suo interno. In corrispondenza della zona interessata si noterà, oltre al gonfiore, arrossamento, e si avvertirà dolore. Esso si può presentare di dimensioni piccole, pari a un grano di miglio, o molto più grandi, costringendo addirittura la palpebra a rimanere chiusa. La gravità dei sintomi è in stretta relazione alla gravità dell’infiammazione, e quindi dal numero di ghiandole che risultano coinvolte.
E’ naturale chiedersi per quali motivi si forma il calazio. In realtà non è sempre possibile risalire alla causa della sua insorgenza. Se per i bambini si parla di difetti visivi che non sono stati corretti, per gli adulti si indicano come possibili cause condizioni di stress e un’alimentazione squilibrata, troppo ricca di grassi. Sono poi predisposti al calazio coloro che già presentano disturbi oculari, come blefarite e rosacea. Ma veniamo ora alla cura del problema. Innanzitutto, la prima cosa da fare in presenza di un simile disturbo è quella di rivolgersi ad un medico oculista, che valuterà il trattamento più adeguato.
I calazi piccoli possono guarire da soli, mentre negli altri casi il medico potrebbe prescrivere pomate antibiotico-cortisoniche. Nei casi più gravi potrebbe poi suggerire l’intervento chirurgico. Ma è bene sapere che possono essere utili degli impacchi caldi sulla palpebra, per favorire il processo di guarigione. E poiché i calazi tendono a riformarsi, per prevenirli è importante seguire un’alimentazione sana.
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