Quando si sforza in eccesso il braccio è facile soffrire di epicondilite. Si tratta di un disturbo doloroso localizzato a livello del gomito e, proprio per questo motivo, meglio noto come gomito del tennista. Anche se la definizione può portare facilmente fuori strada, a soffrirne non sono solo coloro che giocano a tennis in modo agonistico o comunque con continuità, ma tutti coloro che sottopongono ad uno sforzo intenso il braccio o per svariate attività ne fanno largo uso. Ma come si manifesta questo disturbo? E soprattutto quali sono i modi per curarlo?
Abbiamo già anticipato quali sono le cause che determinano questo tipo di problema. A causa di un uso continuo i tendini si infiammano e provocano dolore. Ed il dolore è in effetti il sintomo più evidente ed immediato attraverso cui si manifesta l’epicondilite.
Questa sintomatologia dolorosa è a carico del muscolo estensore comune delle dita ed anche degli altri muscoli epicondiloidei. Ciò significa che il dolore parte dall’esterno del gomito e si estende fino all’avambraccio e al polso. Si avverte quindi un fastidio quando si usa il polso, si sente l’avambraccio debole e il dolore non dà tregua per settimane. Lo stadio più avanzato è rappresentato dall’impossibilità di tenere in mano oggetti quotidiani, come ad esempio un bicchiere.
E’ bene dire subito che quando viene diagnosticata l’epicondilite non occorre trascurarla, ma intervenire nell’immediato, visto che il gomito non curato può talvolta causare perdita di funzionalità e mobilità del braccio. Ma qual è la cura? La prima migliore cura è il riposo. Dunque in questi casi non solo l’attività fisica è bandita, ma il gomito deve lavorare il meno possibile. Non commettete però l’errore di lasciarlo immobile. Piuttosto per alleviare i sintomi usate una guaina elastica sull’avambraccio di notte, mentre di giorno provate col ghiaccio. Quando intervenire con rimedi naturali non basta è opportuno ricorrere agli antinfiammatori non steroidei.
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