Home Malattie ANORESSIA: SINTOMI E CURE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

ANORESSIA: SINTOMI E CURE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

0
SHARE

L’incidenza dei disturbi dell’alimentazione sta aumentando drammaticamente nelle ragazze e nelle giovani donne di tutto il mondo e anche in Italia. Sono oramai divenuti una sfida per il sistema sanitario e per le istituzioni che si occupano di salute mentale. In Italia è stato stimato che circa il 2% delle donne in età fertile soffre di Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa, con la maggiore probabilità di rischio, per le donne giovani, di sviluppare sintomi di anoressia. Si è inoltre stimato che tra tutti i disturbi psichiatrici l’anoressia ha il più alto tasso di mortalità, che si aggira intorno al 5-10%. Questo disturbo deve quindi essere considerato un disturbo molto grave e resistente al trattamento. Ma c’è una speranza, almeno secondo quanto ci riferisce la dott.ssa Elena Lazzeri dell’Istituto IPSICO di Firenze.

La terapia cognitivo comportamentale ad esempio ha fornito l’efficacia dei risultati (insieme alla terapia familiare per le più giovani e alla terapia interpersonale) se usata in modo corretto e dagli specialisti del settore.

Ma cos’è l’Anoressia Nervosa?

Il termine anoressia deriva dal greco “anorexia”, che significa mancanza d’appetito, ma tale definizione letterale non è proprio corretta in quanto le persone che ne soffrono desiderano ardentemente essere magre e pongono eccessiva attenzione e controllo alla forma del corpo e del peso, mantenendolo volontariamente basso.

Tutte le ragazze anoressiche sono terrorizzate dall’idea di aumentare di peso, e tentano di mantenerlo sotto controllo secondo due modalità principali: grazie a “restrizioni” quali digiuno o attività fisica intensa (dove la persona ha un’estrema disciplina nel comportamento alimentare), o una modalità di tipo “eliminativo” dove, oltre al digiuno, a seguito delle abbuffate vengono messi in atto vomito o uso di lassativi e diuretici.

Le conseguenze di questo disturbo sono varie e importanti. Infatti, come già accennato, un’elevata percentuale di pazienti muoiono prematuramente a causa di questo disturbo. Il dimagrimento, le abbuffate seguite da vomito, l’abuso di lassativi ed l’esercizio fisico eccessivo portano a rischi tra cui:

  • La scomparsa delle mestruazioni.
  • Esaurimento di energie o irrequietezza ed un’energia spaventosa.
  • Palpitazioni e problemi cardiaci (che rappresentano la più frequente causa di morte).
  • Costipazione e mal di pancia, dolore al torace e ingrossamento delle ghiandole salivari.
  • Ci può anche essere perdita graduale dei capelli.
  • Abbassamento della temperatura corporea.
  • Squilibri elettrolitici.
  • Disturbi del sonno.
  • Ripercussioni sulla personalità quali isolamento, sentimenti di depressione e solitudine.

Le possibili  cause dell’anoressia non sono ancora certe. Probabilmente un insieme di fattore biologici, psicologici e socio-culturali sono alla radice del disturbo: secondo un modello cognitivo comportamentale la paura di essere grassa fa prendere la decisione di iniziare una dieta e che porterà ad evitare di affrontare questa ansia di “pesare troppo”.

Questo atteggiamento di non affrontare i problemi si trasforma in abitudine per la maggior parte delle pazienti anoressiche. Inoltre, le distorsioni cognitive riguardanti il cibo, il corpo e il comportamento alimentare, in generale aiutano nel mantenimento del disturbo. Alla base di tali distorsioni e idee di sé così negative, vi sono esperienze di vita in cui carenze affettive, abusi emotivi, fisici e/o sessuali possono costituire fattori di rischio per lo strutturarsi della malattia.

Come si fa a stabilire che una persona è troppo magra? Una modalità è il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (BMI), che valuta in  modo attendibile il peso “naturale”: un peso normale e salutare si colloca all’interno di un punteggio di BMI compreso tra 20 e 25, mentre un punteggio inferiore ai 18 potrebbe essere considerato problematico. Per calcolarlo bisogna dividere il peso per il quadrato dell’altezza. Un altro segnale importante di una condizione di sottopeso è l’amenorrea: la scomparsa delle mestruazioni.

L’Anoressia Nervosa è un disturbo psichiatrico molto serio, che per essere curato necessita innanzitutto una condivisione con un professionista del settore. Successivamente bisogna impegnarsi seriamente per bloccare certi comportamenti ed impararne di nuovi, lavorare sugli aspetti perfezionistici, diventare più sicure di sé riducendo le distorsioni cognitive e uscire dall’isolamento sociale. Anche i familiari, forse più che in altri disturbi, giocano un ruolo importante nel processo di guarigione:  per prima cosa capendo la gravità del disturbo avvalendosi di consigli di esperti del settore, in secondo luogo esternando i propri sentimenti, evitando i conflitti e dedicando tempo agli altri figli o alla coppia, solitamente provata dalla malattia. Il processo di guarigione dall’Anoressia Nervosa consiste in un percorso fatto di momenti in cui si cade e altri in cui ci si rialza. Non abbandonare mai l’impegno terapeutico è uno degli elementi più importanti per la guarigione.