Sia gli uomini che le donne, quando decidono di seguire una specifica dieta dimagrante, si trovano di fronte a una situazione piuttosto ricorrente: le prime settimane di dieta risultano molto proficue, si riesce a perdere molto peso, rapidamente. Tuttavia, una volta persi i primi kg, i pochi che separano la persona dall’obiettivo che vuole raggiungere risultano molto difficili da allontanare.
Una situazione di questo tipo è del tutto normale: il grasso che compone quei pochi kg viene infatti definito con la locuzione “grasso ostinato”.
È lecito, dunque, chiedersi cosa renda questo grasso così fastidiosamente ostinato. Alla base dell’ostinazione del grasso che si deposita in alcune aree dell’organismo e non le abbandona più vi sono diversi fenomeni biochimici: in linea di massima, il grasso che si deposita in queste aree è meno sensibile a fenomeni di degradazione dei lipidi (che avviene quando l’organismo, a corto di risorse energetiche, demolisce i grassi per trarne energia) perché è più nascosto rispetto a quello sottocutaneo oppure è protetto da strutture che ne limitano l’attacco da parte di alcune molecole incaricate di avviare i processi di ossidazione. Alcuni integratori potrebbero (e il condizionale è d’obbligo) aiutare in questo processo, come ad esempio la carnitina.
Delle molecole che possono ostacolare la degradazione dei lipidi in alcuni tessuti sono dei particolari recettori: tra di essi, spicca l’attività del recettore alfa-2. Questo recettore, infatti, funge da sito di contatto per molti ormoni che avviano il processo di lipolisi, tra cui adrenalina e noradrenalina, ma il suo obiettivo non è quello di consentire la corretta attività dell’ormone, bensì esattamente l’opposto. Per questo motivo, per il grasso protetto da tessuti con una quantità elevata di recettori alfa-2 (rispetto ai beta-2, che invece consentono l’attività lipolitica degli ormoni) si parla di grasso resistente agli ormoni lipolitici.
Un altro elemento di fondamentale importanza per favorire un’adeguata ossidazione del grasso ostinato è la sensibilità all’insulina: questo ormone, infatti, permette al grasso di essere riversato nel sangue e di essere trasportato ai tessuti in attività. Tuttavia, l’eccessivo consumo di carboidrati nella dieta occidentale causa una produzione sproporzionata di insulina, la quale non verrà più accolta dalle cellule che ne posseggono già troppa. Ciò significa che essa, pur essendo presente, non potrà svolgere una delle sue importanti funzioni. Per questo motivo, i soggetti poco sensibili all’insulina perdono difficilmente peso.
A questo punto, è anche importante conoscere dove si deposita il grasso ostinato. Benché ogni situazione sia diversa dalle altre, si può certamente notare un andamento generale: le donne tendono ad accumulare grasso ostinato nella parte bassa del corpo (glutei e cosce), mentre gli uomini nella parte alta (addome e schiena). Questo fenomeno trova spiegazione ancora una volta nell’attività di alcuni ormoni sessuali, che inducono il trasporto di grasso nell’una o nell’altra zona corporea.
In ogni caso, è veramente impossibile eliminare il grasso ostinato? In realtà non è impossibile, ma bisogna perseverare moltissimo, e non arrendersi ai primi ostacoli. Il consiglio fondamentale è quello di seguire un’alimentazione equilibrata, non eccessivamente orientata verso i carboidrati e adeguata al proprio stile di vita; in secondo luogo, non bisogna mai smettere di effettuare attività fisica, qualsiasi essa sia, che è sempre utile mantenere attivo l’organismo e, di conseguenza, il metabolismo.